64-18 è un sake sperimentale, tecnico e sorprendentemente fresco.
E forse – è il primo Junmai Daiginjo italiano.
Perché “forse”?
Perché tutto dipende da quanto siamo disposti a credere nei nuovi processi. Lasciate per un attimo da parte la dottrina e seguitemi in questa pazzia.
In Italia, le macchine per la sbiancatura del riso non riescono a scendere sotto il 64% di seimaibuai (percentuale di raffinazione), e solo con
alcune varietà resistenti come questo Chinese originario ci si arriva. Quindi, tecnicamente, un Ginjo o
un Daiginjo qui non si potrebbe fare.
Ma di difficoltà, virtù: ecco allora che il nostro Toji Nicola, unendo la sua esperienza brassicola a
quella nella fermentazione del sake, ha ideato un metodo originale. Il riso viene prima sbiancato meccanicamente al 64%, poi ulteriormente
raffinato con un innovativo processo che chiamiamo Kohonamazakemoto: consiste nell’infondere il chicco in acqua a 63°C e sfruttare
l’azione enzimatica del koji per solubilizzare e separare l’amido puro. Ne risulta uno scarto
dell’ulteriore 18% del chicco, che viene rimosso naturalmente.
Ecco da dove nasce il nome: 64-18.
Il risultato?
Un sake fresco, leggero (12% vol), aromatico ed elegante, con profumi intensi di frutta tropicale,
agrumi e melone maturo. Al palato è rotondo e delicato, con un corpo fine e un finale pulito, che invita al sorso successivo.
Il colore, leggermente dorato, non è un difetto ma una firma: nasce dallo stress termico del koji, che innesca le prime reazioni di Maillard, regalando profondità, calore e un fascino tutto suo.
Con il suo profilo aromatico morbido e tropicale, si presta ad abbinamenti raffinati e curiosi. È perfetto con sushi e sashimi delicati, dove le sue note fruttate esaltano la dolcezza naturale del pesce crudo senza coprirlo. Si abbina sorprendentemente bene anche a formaggi freschi e leggermente erborinati, creando un gioco tra sapidità e aromaticità. I piatti a base di crostacei – come gamberi, scampi o astice – trovano in questo sake un alleato ideale, capace di sostenere la dolcezza marina con freschezza e finezza. Anche nel mondo vegetale dà il meglio di sé: funghi, edamame, carciofi e preparazioni a base di ortaggi primaverili o autunnali ne risaltano l’equilibrio. Infine, grazie alla sua leggera dolcezza e bassa gradazione, può accompagnare anche dessert alla frutta, panna cotta, mochi o dolci di riso, senza mai risultare invadente.
Freddo, tra 6°C e 12°C
Tipo: Junmai (quasi Daiginjo)
Seimaibuai: 64% (meccanico) + 18% (enzimatico)
Gradazione alcolica: 12% vol
SMV (Nihonshu-do): -3.7 (leggermente dolce)
Umami: --
Tecnologia di produzione: Kohonamazakemoto – estrazione enzimatica selettiva
Ingredienti: Acqua, riso Chinese originario, koji (riso, Aspergillus oryzae), lievito.